Le persone in stato di “malessere” o che seguono abitudini dannose per la propria salute talvolta vengono descritte come persone che “non vogliono” cambiare, che non sono “abbastanza motivate” ad effettuare un cambiamento psicologico.
Un giudizio spesso affrettato che non spiega nella sua complessità i fattori che determinano le nostre azioni.
Chi afferma questo, prima di tutto, sta utilizzando una comunicazione colpevolizzante. Se siamo sensibili al sentimento di colpa, potremmo essere fortemente condizionati al punto di perdere i propositi del nostro cambiamento psicologico, al punto di “lasciar perdere” perché: “tanto non ce la faremo mai”.
Quello appena citato è quel fattore ambientale (rapporti interpersonali, relazioni, famiglia, ambiente sociale) che può interferire nel nostro percorso di cambiamento, ma non è l’unico aspetto da considerare. Non abbiamo un gran potere sull’ambiente…tanto vale quindi imparare a gestire quelle variabili che ci riguardano in prima persona e sulle quali abbiamo maggiore margine di gestione.
Le abilità di AUTOREGOLAZIONE sono ciò di cui abbiamo bisogno per passare ad un’azione concreta
Per prima cosa possiamo imparare ad AUTO-OSSERVARCI. Essere consapevoli dei nostri comportamenti (e aggiungerei pensieri) non è sempre facile perché la nostra attenzione va direzionata e focalizzata attivamente su ciò che intendiamo osservare. Ad esempio se voglio osservare il mio comportamento di alimentazione incontrollata (o qualsiasi altro comportamento) dovrò evidenziare:
- Quali eventi la favoriscono
- Quali cambiamenti avvengono tra il comportamento in questione e le diverse condizioni e situazioni in cui si verifica?
Successivamente dobbiamo scegliere degli OBIETTIVI significativi e in linea con i nostri VALORI. Il nostro lavoro è quello di suddividere in SOTTO-OBIETTIVI prossimali (più vicini) e strumentali (utili) al raggiungimento di obiettivi futuri di maggiore entità. I famosi piccoli passi, rinforzeranno positivamente la nostra motivazione e soprattutto la nostra AUTOEFFICACIA incrementando un senso di soddisfazione necessario a sostenere lo sforzo del cambiamento personale.
Una parte non meno importante sono gli AUTO-INCENTIVI. Come possiamo modificare un comportamento se non riconosciamo il lavoro svolto? Quando un sotto-obiettivo è stato raggiunto è necessario ricompensarsi attraverso l’espressione della soddisfazione personale (incentivi auto-valutativi) o attraverso un piccolo dono da fare a se stessi.
Talvolta è importante lavorare sulla compartecipazione emotiva (self compassion) verso se stessi. Il modo in cui ci trattiamo, quello che ci diciamo, agisce sulle nostre reazioni. Un approccio verso se stessi Caloroso, Saggio, Non Giudicante, Forte, fornirà una adeguate azione di accompagnamento alle esperienze in gioco.
Importante rilevanza ha il modello Transteoretico di Prochaska e Diclemente,
il cambiamento attraversa 5 stadi:
– Precontemplazione (la persona non manifesta motivazione a cambiare);
– Contemplazione (ci sta pensando, potrebbe cambiare entro i 6 mesi successivi);
– Determinazione (sta pianificando un cambiamento nell’immediato futuro);
– Azione (sta compiendo un cambiamento);
– Mantenimento (il cambiamento è avvenuto da 6 mesi o più);
– Uscita definitiva dal modello: il mantenimento di un dato cambiamento non richiede ulteriore impiego di energie, è ormai acquisito (modalità “pilota automatico”);
– Ricaduta: implica una ripresa del comportamento problematico ed un reingresso in stadi precedenti del modello.
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