Come pensare positivo: 4 modi per farlo

da | Lug 9, 2024 | Psicologia step by step

Come pensare positivo 4 modi per farlo

Si può imparare a pensare positivo?

Probabilmente hai sentito parlare dei benefici del pensiero positivo. Le ricerche indicano che i pensatori positivi hanno migliori capacità di affrontare lo stress, un sistema immunitario più forte e un minor rischio di malattie cardiovascolari. Sebbene non sia una panacea per la salute, assumere una visione ottimistica anziché rimanere incastrati su pensieri può avvantaggiare il benessere mentale generale.

Quindi cosa si può fare per diventare un pensatore positivo?

Alcune strategie (secondo la terapia cognitiva standard) prevedono l’apprendimento di come identificare i pensieri negativi e sostituire questi pensieri con quelli più positivi. Mentre potrebbe volerci del tempo inizialmente, si potrebbe scoprire poi che il pensiero positivo inizia a diventare più naturale.

Ecco quattro cose che puoi fare per pensare positivo

1. Gestire il dialogo interno “negativo”

Il dialogo interno consiste nelle cose che diciamo mentalmente a noi stessi. Pensiamo a questa come alla voce interiore della mente che analizza il modo in cui interagiamo con il mondo intorno a noi. Se la nostra tendenza all’auto-conservazione è centrata su pensieri evitanti la sofferenza e il dispiacere, la nostra rappresentazione personale ne può soffrire. Questo succede perché il cervello registra “io non sono in grado di stare con la sofferenza”.

Quindi, cosa puoi fare per gestire questi schemi di auto-conversazione? Un modo per rompere il modello è iniziare a notare quando abbiamo questi pensieri e poi lavorare attivamente per assumere una nuova posizione rispetto ad essi. Quando iniziamo a pensare criticamente e disfunzionalmente, prendiamoci un momento per mettere in pausa, osservare, tornare al nostro presente.

Prestare attenzione all’auto-conversazione è un ottimo punto di partenza quando cerchiamo di pensare in modo più positivo.

Se noti che tendi a impegnarti in discorsi poco funzionali, puoi iniziare a cercare modi per cambiare i tuoi schemi di pensiero e riconfigurare le interpretazioni dei tuoi stessi comportamenti.

Secondo la terapia cognitiva standard, quando ti sorprendi a impegnarti in un pensiero disfunzionale, darsi mentalmente uno “stop” può aiutare a rompere il modello. A volte questo processo è estremamente utile e in altri casi possiamo provare ad andare oltre lo stop del pensiero.

2. Provare ad osservare attraverso l’umorismo

Può essere difficile rimanere ottimisti quando c’è poco umorismo o spensieratezza nell’approccio alle questioni di vita. Anche quando stiamo affrontando delle sfide, è importante rimanere aperti all’osservazione degli eventi secondo una prospettiva che alcuni definiscono “buffa ed umoristica”. A volte, semplicemente riconoscere il potenziale curioso e divertente in una situazione può ridurre lo stress e illuminare la nostra prospettiva. Anche cercare fonti di comicità come guardare un film divertente o leggere battute sui testi può aiutarti a pensare attraverso una modalità che renda le esperienze più attraversabili e meno ostiche.

3. Coltivare l’ottimismo

Imparare a pensare positivamente è come rafforzare un muscolo; più lo usiamo, più forte diventerà. I ricercatori ritengono che lo stile esplicativo o il modo in cui spieghiamo gli eventi sia legato al fatto che si stia utilizzando una prospettiva ottimista o pessimista.

La prospettiva ottimista tende ad avere uno stile esplicativo positivo. Se riconosciamo  le cose buone che capitano in base alle nostre capacità e ai nostri sforzi, allora probabilmente stiamo usando una prospettiva ottimista. Il pensiero pessimista, d’altra parte, di solito ha uno stile di attribuzione negativo. Se attribuiamo questi buoni eventi a forze esterne a noi, probabilmente abbiamo un modo di pensare più pessimista.

Gli stessi principi valgono per come spieghiamo gli eventi ostacolanti.

Gli ottimisti tendono a considerare gli eventi cattivi o sfortunati come incidenti isolati che sono al di fuori del proprio controllo mentre i pessimisti vedono queste cose come  comuni e spesso incolpano se stessi.

Prendendo un momento per analizzare l’evento e assicurandosi di dare a te stesso il credito che ti spetta per le cose buone e non incolpandoti di cose al di fuori del tuo controllo, puoi iniziare a diventare più ottimista.

4. Continuare a lavorarci

Non esiste un interruttore “acceso-spento” per il pensiero positivo. Anche se sei un “ottimista di natura”, il pensiero positivo può fare fatica di fronte a situazioni difficili. Come ogni obiettivo, la chiave è persistere nel lungo termine, stare nel processo e costruire una modalità di attraversamento delle esperienze.

Anche se ti soffermi su pensieri negativi, puoi trovare modi per ridurre al minimo il dialogo interno negativo e coltivare una prospettiva più ottimistica.

Inoltre, non aver paura di chiedere l’aiuto di amici e familiari è un aspetto importante da considerare. Quando iniziamo a pensare negativamente, chiamare un amico o un familiare su cui poter contare per ricevere incoraggiamento e feedback è una possibile strada da considerare, seppur non l’unica. Per pensare in modo positivo, abbiamo bisogno di “nutrire” le nostre esperienze. Investire energia in cose che ci piacciono e contano per noi, circondarti di persone con le quali condividere valori significativi sono modi in cui poter incoraggiare il pensiero positivo nella vita.

Alcune riflessioni su come pensare “positivo”:

Il pensiero viene definito nel linguaggio comune come positivo o negativo. Tale visione non è sempre comprensibile e viene notevolmente discussa sulla sua efficacia. Cosa si intende per “positivo” o cosa si intende per “negativo”? Per comprendere meglio può essere utile parlare di pensieri “funzionali” o “disfunzionali” in base ai nostri obiettivi e scopi, valori.

I pensieri possono essere modificati nel momento in cui ci accorgiamo che non ci fanno stare bene e possiamo dis-apprendere quelli disfunzionali. Molto utile è imparare ad osservare il proprio dialogo interno. Non tutti ci accorgiamo di quello che ci diciamo (nei pensieri) ed è sicuramente il primo passo per mettere mano al problema.

I pensieri non vanno “evitati” ma accolti, elaborati ed eventualmente “lasciati andare”. Le metodologie dell’arresto del pensiero (darsi uno “stop”) non sempre risultano efficaci (leggi qui!). In epoca contemporanea il lavoro è maggiormente rivolto ad assumere una nuova relazione con il pensiero.

La modifica del pensiero (secondo la terapia cognitiva standard) avviene attraverso un lavoro approfondito su quelle convinzioni e credenze che alimentano il nostro modo di pensare e delle quali siamo poco consapevoli. L’umorismo è indubbiamente una strategia utile per incrementare il pensiero “funzionale”. Si può imparare ad utilizzare l’ironia come modello di lettura della realtà. Questo deriva anche in questo caso da una attenta valutazione dei propri modelli di riferimento che guidano le nostre osservazioni e riflessioni. L’ironia diventa quindi una conseguenza naturale della maggiore funzionalità delle nostre convinzioni e credenze. Per certi versi l’ironia è un approccio decentrante rispetto al contenuto mentale, una sorta di presa di distanza che inevitabilmente fornisce una nuova prospettiva.

E voi cosa ne pensate?

per maggiori informazioni sul tema scrivi pure a filippojaco@gmail.com o contattatemi tramite l’icona social di messaggeria sulla tua sinistra in basso sarò lieto di ricevere opinioni e riflessioni